Egittologia

LINGUA E CULTURA DELL’ANTICO EGITTO

L’essenziale della documentazione dell’Egitto faraonico , che si estende lungo l’arco di tre millenni, è stato preservato da un clima oltremodo favorevole a confronto di una produzione elevata anche per qualità e varietà.

Accanto ai beni materiali è stato sempre centro d’attenzione la testimonianza di aspetti del pensiero tanto nell’arte quanto nella scrittura, che si sviluppano in modo tra loro complementare.

Il complesso lavoro ricostruttivo  della cultura dell’Egitto antico ci restituisce un paesaggio culturale di altissimo valore. Da un lato esso propone in forma documentata situazioni culturali da confrontare con quelle dell’Oriente mediterraneo, oggetto degli studi di aree di ricerca affini. D’altro lato l’indagine assume una dimensione filosofica nell’identificare tappe fondamentali del percorso intellettuale, che stanno alla base di categorie di pensiero del mondo classico e moderno.

La sperimentazione di metodologie raffinate e la verifica dei risultati disponibili  si proiettano nell’attesa di continue scoperte di alto interesse scientifico. Esse coinvolgono ormai non più solo il mondo del Nilo, anch’esso osservato su un’estensione ben maggiore del territorio politico dell’Egitto moderno, ma prospettano interazioni a largo raggio con tutta l’antichità coeva.

Studio di idee che determinano la natura dei fatti linguistici e culturali.

ARCHEOLOGIA DELL’ANTICO EGITTO

La spedizione napoleonica in Egitto del 1798 segnò il passaggio dallo studio indiretto allo studio diretto dell’Egitto, ovvero, dalla pre-Egittologia all’Egittologia, per quanto trascorreranno parecchi decenni prima che questa si affermi come scienza storica e le venga riconosciuta una sua personalità. Inoltre, inizialmente, la nascente Egittologia mosse su due direzioni ben definite: come studio che consentisse di dare conferma alla veridicità dei racconti biblici, da un lato, come ricerca, in chiave illuminista, e secondo i principi del razionalismo cartesiano, di una civiltà passata le cui vestigia – fino ad allora mute – avevano ispirato tanto rispetto e ammirazione, dall’altro. 

Con la sua nota Lettre à M. Dacier, segretario dell’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres nel 1822, con la quale comunicava la decifrazione dei geroglifici egizi, difatti Jean Francois Champollion fonda l’Egittologia.

La spedizione di Napoleone in Egitto non solo annoverava uomini di armi, ma anche i cosiddetti savans, studiosi e specialisti in diversi rami dello scibile umano, a cui era affidato il compito di rilevare tutti i monumenti presenti nel paese e di studiare ogni aspetto dell’Egitto antico e moderno: la storia, la geografia, la geologia, l’arte, i costumi, le credenze, etc. Questo stuolo di intellettuali fu riunito, per volontà del Bonaparte, da Gaspard Monge, celebre matematico francese, inventore della geometria descrittiva.

Uno delle azioni più illustri di Napoleone in Egitto fu la fondazione al Cairo dell’Institut d’Égypte il 24 Agosto del 1798.  Questo centro di ricerca era diviso in quattro sezioni: Matematica, guidata da Gaspard Monge, Lettere e arti, organizzata da Dominique Vivant Denon, Fisica e storia naturale, affidata a Claude Louis Berthollet, ed Economia Politica, gestita da Louis-Marie-Joseph Caffarelli.

Il risultato dello strenuo e infaticabile lavoro dei savans confluì nella monumentale Description de l’Egypte, un’opera magistrale raccolta in nove volumi di testo e dieci di tavole in folio a litografia, pubblicata nonostante l’iniziale reticenza dimostrata da re Carlo X e grazie all’intervento e le capacità persuasive di Edme-François Jomard.

La pietra di Rosetta fu scoperta nei pressi del Fort Julien a Rashid nel 1799 dal sottufficiale Jacques-François Menou che, accortosi delle tre grafie riportate sulla lastra, di cui quella più in basso in greco, riferì il ritrovamento al capitano Pierre-François Bouchard che lo comunicò a sua volta ai suoi superiori. Michel Ange Lancret ebbe il compito di comunicarlo all’Institut d’Egypte dove l’emozione fu grande. La data esatta della scoperta non è nota, ma da alcuni documenti sembrerebbe risalire al 15 Luglio del 1799. La probabile chiave per accedere alla scrittura geroglifica era stata trovata, la notizia propalata e copie del testo inviate in Francia. Tuttavia, nonostante il gaudio iniziale, il prezioso cimelio fu sequestrato dalle truppe inglesi dopo la resa dell’esercito francese nel 1802.

A corollario della spedizione napoleonica si acquisì una consapevolezza scientifica dell’Egitto che portò al costituirsi delle prime missioni archeologiche in Egitto organizzate sul principio delle survey, ovvero, delle ricerche ad ampio spettro. Ricordiamo a tale proposito:

  1. la spedizione franco-toscana del 1828, organizzata con il fondamentale contributo congiunto di re Carlo X di Francia e del granduca Leopoldo II di Toscana, diretta da Jean Francois Champollion e dal suo giovane collega Ippolito Baldassarre Rossellini. Ritornati in patria, all’inizio del 1830, con una gran mole di dati sotto forma di disegni, acquarelli, commenti, e reperti archeologici, (oggi conservati al Louvre ed al Museo Archeologico di Firenze) portarono alla pubblicazione sia in italiano che in francese di diversi testi. L’opera più imponente e importante fu senz’altro Monumenti dell’Egitto e della Nubia, suddiviso in: Monumenti storici (5 volumi), Monumenti civili (3 volumi), Monumenti di culto (1 volume), corredati da tre atlanti con disegni per ogni volume. L’edizione francese fu curata dal fratello di Champollion, morto prematuramente nel 1832, e pubblicata come Monuments d’Egypte et de la Nubie d’après les dessins exécutés sur les lieux, sous la direction de Champollion le Jeune.
  1. la spedizione prussiana, voluta da re Frederich Wilhelm IV, e organizzata dall’eminente egittologo Karl Richard Lepsius tra il 1842 e il 1845. Pubblicò i risultati della sua metodica attività in Egitto e in Nubia sotto il titolo di Denkmaler aus Aegypten und Aethiopien, a Berlino negli anni 1849-50, in dodici volumi di tavole in folio, a cui seguirono sette volumi di testo pubblicati dopo la morte di Lepsius.

Un’altra conseguenza significativa fu la creazione di collezioni e musei di egittologia in Europa e negli Stati Uniti, suscitando un vivo interesse verso la civiltà faraonica.

(continuerà…)